YaBasta!-Nova Koiné festeggia Yennayer, il capodanno Amazigh!

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La settimana scorsa abbiamo festeggiato tutti insieme il capodanno Amazigh!

Noi di Yabasta!-Nova Koiné crediamo che un mondo in cui vengano rispettate e abbracciate le tradizioni di ogni popolo sia possibile, e che la multietnicità e multiculturalità possano arricchirci sia in quanto individui che in quanto collettività. Oltre a condividere buon cibo e musica, Aziz, un membro della nostra comunità, ci ha raccontato cosa significa essere Amazigh e qual è il significato della festa di Yennayer (capodanno). Di seguito è riportato il suo intervento, buona lettura!

“Buongiorno amici e amiche, fratelli e sorelle, oggi festeggiamo insieme un evento importantissimo per la nostra comunità Amazigh (conosciuta come comunità berbera, anche se è un nome offensivo per noi in quanto la parola berbero viene dal nome barbaro, nome conferito dal colonialismo al nostro popolo).
Amazigh, invece vuol dire uomo libero infatti, nella nostra associazione ogni giorno lottiamo per la libertà di tutti e tutte non solo per la libertà fisica ma nel senso globale della parola libertà.
Oggi proviamo a fare un piccolo viaggio di cultura e di storia per conoscere un po’ il nostro popolo e la nostra tradizione del Capodanno Amazigh, inoltre la festa di oggi è anche un’opportunità per conoscere piatti tipici, musiche della nostra cultura, attraverso canti suoni sapori e racconti.
Ma prima di tutto la domanda che ci facciamo tutti è chi sono dunque gli Amazigh che si apprestano a varcare l’anno 2973? Gli Amazigh sono un popolo dalle origini antichissime e sono gli abitanti originari del Nord Africa dalle Isole Canarie fino all’Egitto e ne troviamo altri anche nel Niger e nel Mali. Nei papiri egizi troviamo già le prime menzioni di questo popolo che viene indicato come “Libi”. Nel corso della storia i diversi invasori giunti in Nord Africa terra di Tamazigh, come viene chiamata da noi, hanno cercato di cambiare la nostra identità ma invano perché ad ogni nuova conquista, prima da parte dei Romani poi degli Arabi, poi delle potenze coloniali europee, i nostri nonni hanno saputo trarre nuova linfa per alimentare l’amore e la fierezza per la nostra cultura, che nel tempo ha saputo integrare elementi diversi, che con influenze molteplici hanno dato vita ad espressioni artistiche, religiose e linguistiche connotate da straordinaria fluidità e sincretismo. Il primo atto di questi tentativi di soggiogamento è stato un atto di denominazione infatti il nostro popolo durante i secoli, è stato definito con nomi diversi come Libi, Numidi Berberi e a partire dagli anni ‘60 del secolo scorso c’è nato un movimento di rivendicazione culturale per la difesa dei diritti del popolo Amazigh che è la popolazione autoctona in Nord Africa e che purtroppo al giorno d’oggi viene considerata una minoranza a causa dell’arrivo degli arabi e con l’arabizzazione del territorio di Tamazigh. Nella storia troviamo che gli Amazigh, popolo che non ha avuto nessuno profeta, non ha fondato nessuna grande religione, erano animisti prima di incontrare ebrei cristiani e poi musulmani non ha fondato nemmeno un grande impero, uno di quelli che ha imposto a tutto il Mediterraneo la loro cultura, le loro leggi o i loro dei. Invece li hanno subiti tutti, ed è un miracolo se dopo migliaia di anni di invasioni e di colonialismo esistono ancora persone che come me che parlano ancora la lingua Amazigh, lingua che ancora ogni giorno provo a trasmettere anche a mio figlio, perché per noi questa lingua rappresenta una grande parte della nostra identità personale, sociale e culturale. Adesso torniamo alla nostra festa. Dopo questo piccola immersione nella storia e nell’identità del popolo vediamo un po’ che cos’è il Capodanno Amazigh. La festa del Capodanno oppure come viene chiamata in lingua Tamazigh, la festa di Yennayer che significa o indica il primo mese del nuovo anno. Celebrato secondo il calendario giuliano il primo giorno del mese di gennaio che a differenza di quello gregoriano cade tra il 12 e il 14 del mese, questa celebrazione risale ai tempi antichi cioè al 950 a.C. anno in cui il re Sheshonq fu incoronato faraone in Egitto dopo aver sconfitto Ramses III dando così inizio alla storia Amazigh.

Le celebrazioni per il nuovo anno sono diffuse in tutto il Nord Africa e nelle comunità amazighofone presenti nel resto del mondo dove vengono preparati i piatti tipici della tradizione tra cui il cous cous e la polenta all’interno della quale viene nascosto l’osso di dattero che secondo credenze popolari diffuse porterebbe fortuna a colui che le trova, dalle mie parti a questa persona fortunata vengono consegnate simbolicamente le chiavi del deposito dove mettiamo tutto il nostro raccolto agricolo. Infatti la festa di Yennayer segna l’inizio del nuovo anno agricolo stagionale ed il calendario Amazigh è un calendario agricolo viene impiegato per regolare i raccolti agricoli stagionali a differenza per esempio del calendario arabo islamico che essendo di tipo lunare e senza alcun legame con i cicli delle stagioni dell’anno è utile per calcolare le festività religiose ma si presta male ad uso in agricoltura.

Prima di augurarvi buon anno 2973 vorrei finire il mio intervento con una mia osservazione personale: secondo me il grande errore che commettono i ricercatori della cultura ma anche i docenti dell’università e di centri di studi di cultura Amazigh,  presentano questa cultura come una cultura in estinzione come quella del popolo Maya per esempio, invece la nostra cultura è vivente e noi Amazigh siamo un’etnia vivente sia nel Nord Africa in maniera precisa che nel resto del mondo. Buon anno 2973 a tutti e a tutte.”

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