intervento di Aziz alla presentazione del libro TROPPO NERI di Saverio Tommasi

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Sabato 23 settembre, alle ore 18.00 La Casa editrice Melagrana ha presentato presso il Centro Melagrana di San Felice a Cancello (Ce), l’ultimo libro di Saverio Tommasi “Troppo neri”, con le fotografie di Francesco Malavolta. Insieme agli autori del libro, sono intervenuti Roberto Malinconico, presidente dell’associazione Melagrana, il nostro Aziz Nanouche, operatore dello Sportello diritti e mediatore SAI di Scisciano (Na), Mimma D’Amico, CSA Ex-Canapificio di Caserta.

“Non si accoglie per religione, credo, pietà o fede. Non si accoglie neanche per convenienza o ragionamento. In fondo non si accoglie neanche perché ne hanno diritto, o pensiamo ce l’abbiano. Si accoglie perché sono esseri umani, e noi siamo esattamente quella stessa cosa che sono loro. Perché in qualche modo stiamo affogando anche noi, insieme a loro, ogni volta in mezzo al mare.”

Qui l’intervento completo del nostro AZIZ:

Quando Alessio il nostro presidente dell’associazione mi ha chiesto di partecipare a questo evento e portare la nostra esperienza e la nostra testimonianza di sportello e quando ho visto la locandina di melagrana che in occasione dell’evento ci sarà la presentazione del libro troppo neri , ho scelto di scrivere un intervento in cui faccio un collegamento tra il libro troppo neri che in realtà non ho ancora letto ma spero presto ed il tema dell’accoglienza , ho provato a fare solo una piccola analisi al titolo del libro senza entrare nel suo
profondo contenuto e secondo me L’autore ha fatto una scelta giusta nella scelta del titolo senza limitarlo a un significato stretto, lasciandolo aperto a diverse interpretazioni, in modo che possa essere applicato a diverse situazioni. Nonostante l’autore, nel suo libro, descriva una situazione specifica – la storia di bambini di origini africane cresciuti in Italia ,quando dice che sono più “neri” nel diventare italiani e più “italiani” nel diventare africani. Questi Ragazzi e ragazze senza cittadinanza, sono troppo neri per essere considerati italiani, o troppo italiani per essere considerati nigeriani, etiopi o marocchini .

Ragazze e ragazzi che vanno a scuola con i figli degli italiani, con loro fanno sport, musica, teatro: con loro giocano e sognano, qualche
volta partecipano ai compleanni. A scuola imparano la storia italiana, la letteratura, l’educazione civica, ma non hanno gli stessi diritti dei loro compagni italiani.

La prima impressione che il titolo del libro lascia nel suo significato generale è quella di valutare quantol ’autore sia d’accordo con il lettore, che potrebbe pensare a una situazione particolare prima di iniziare a leggere il libro. Ad esempio, quando ho visto il titolo per la prima volta, mi è venuto in mente un estremista di destra arrabbiato e che grida in alta voce “troppo neri” , “troppo neri per essere accolti “.
Infatti Il titolo “Troppo Neri” in un contesto che tratta storie di immigrati, confini e respingimenti sembra essere provocatorio e intenzionale nel suo intento. Potrebbe indicare una critica alle politiche di immigrazione che discriminano o respingono le persone in base al loro colore della pelle o origine etnica. Il termine “troppo neri” potrebbe riflettere un razzismo sistematico o una percezione discriminatoria nei confronti dei migranti di origine africana o di colore.
Questo titolo sembra invitare il lettore a esaminare da vicino le questioni legate alla discriminazione, ai confini e agli ostacoli che gli immigrati devono affrontare, in particolare coloro che sono considerati “troppo neri”. È probabile che il libro affronti in profondità le sfide e le esperienze di tali individui, offrendo una prospettiva critica sulla società e sulle politiche di immigrazione. Mi viene in mente
Il filosofo Nietzsche quando ha detto che la morale umana spesso ha standard e criteri estetici e dice che “se uccidi uno scarafaggio allora sei un eroe, mentre se uccidi una farfalla vieni subito considerato cattivo.
L’umanità vive in una ipocrisia totale con la morale ,secondo Nietzsche La maggior parte delle persone, quando vedono un’auto investire uno scarafaggio o un topo sicuramente non esprimeranno solidarietà nei loro confronti invece saranno molto dispiaciuti se l’auto investe un uccelo bello colorato oppure un gatto.
È molto spaventoso che l’emozione domini le cose con criteri estetici, tutti vengono guidati da quei criteri invece di interagire con la ragione e valori veri dell’umanità con una causa. Questi criteri purtroppo dominano anche le relazioni uomo -uomo e non solo uomo-altri oggetti. Ed il vero
esempio e quando tutta l’Europa ha espresso solidarietà e accoglienza verso i rifugiati Ucraini in fuga dalla guerra . E la stessa solidarietà è accoglienza viene invece negata ai nostri fratelli rifugiati dal africa per solo colpa che non sono belli e biondi come i rifugiati Ucraini oppure magari quando nella fila fuori a le uffici immigrati delle questure quando le operatori della polizia trattano donne africani in modo brutale a differenza delle donne del est del Europa Nel difficile contesto dell’accoglienza dei migranti, emerge una dolorosa realtà: la discriminazione basata sul colore della pelle persiste in modo persistente. Questa ingiusta selezione tra chi è considerato “troppo
nero” e chi non lo è riflette profondamente l’ingiustizia sistematica che ancora affligge le società in tutto il mondo.
Per quanto riguarda la nostra realtà La nostra comunità cresce sul territorio agro nolano da più di 10 anni ed in questi anni abbiamo cercato sempre di rispondere alle problematiche e alle difficoltà di disagio sociale di tantissime persone e tantissime famiglie straniere ma anche italiane. La nostra associazione nata con l’obiettivo di contrastare i fenomeni di disagio di ogni tipo e soprattutto combattere ogni forma di esclusione sociale ogni giorno si impegna per integrare e aiutare le persone in difficoltà attraverso moltissime attività
come per esempio il Banco Alimentare, durante il quale distribuiamo pacchi di alimenti ogni mese, la scuola di italiano rivolta alle persone straniere residenti sul nostro territorio, il doposcuola gratuito per alunni provenienti da famiglie in stato di disagio socio-economico nel cuore di un piccolo paese della periferia di Napoli. Da alcuni anni a Scisciano sorge uno spazio speciale : uno sportello diritti dedicato agli immigrati.
Questo luogo non è solo un ufficio, ma un faro di accoglienza e supporto per chi è lontano da casa e cerca una nuova vita in una terra straniera.
L’esperienza inizia con un sorriso caloroso all’ingresso da parte di volontari appassionati. Ogni giorno, persone provenienti da tutto il mondo si presentano con le loro storie uniche e le sfide che affrontano. Da noi , vengono accolte senza giudizi, e le loro voci vengono ascoltate attentamente.
Il processo inizia con un colloquio, dove gli immigrati raccontano le loro esperienze e i loro problemi. Gli operatori dedicano tempo a comprendere le loro necessità, offrendo consulenza legale, orientamento lavorativo e assistenza nella navigazione dei complessi sistemi burocratici. L’obiettivo è aiutare gli immigrati a capire i loro diritti e a sentirsi parte integrante della società anche se L’agire quotidiano ci dimostra però non solo l’assenza, la miopia e l’inadeguatezza delle istituzioni, ma anche l’impossibilità per molti utenti, di
scegliere in quanto i servizi di supporto se esistono, sono a pagamento e quindi accessibili a pochi.
Le testimonianze di coloro che sono stati assistiti in questo sportello parlano di gratitudine e di una nuova speranza. Hanno imparato che non sono soli nella loro battaglia per una vita migliore. Questo sportello diritti è diventato un punto di riferimento per una comunità che cerca solidarietà, inclusione e uguaglianza.
Ma l’esperienza di uno sportello diritti per immigrati non si limita solo a chi riceve aiuto. I volontari che lavorano qui sono spinti da un profondo senso di dovere e solidarietà. Ogni giorno, condividono le gioie delle persone che raggiungono i loro obiettivi e si sostengono reciprocamente nelle sfide che affrontano. In un mondo in cui le divisioni possono sembrare sempre più profonde, l’esperienza del nostro sportello diritti per immigrati ci ricorda la bellezza della diversità e della solidarietà. È un luogo in cui le frontiere
culturali si sfumano e l’umanità prevale, dimostrando che insieme possiamo costruire un futuro migliore per tutti.
L’idealismo dell’accoglienza, in cui dovrebbe prevalere la solidarietà e l’umanità, spesso si scontra con pregiudizi radicati che si riflettono in politiche discriminatorie. Il colore della pelle non dovrebbe mai essere un criterio per valutare la dignità o il diritto di una persona a cercare una vita migliore lontano dalle difficoltà che affrontano nei loro paesi d’origine.
È essenziale che la società riconosca questa ingiustizia e lavori per superare la discriminazione basata sul colore della pelle nei processi di accoglienza dei migranti. Solo attraverso una vera equità e inclusione, possiamo sperare di costruire un mondo in cui ogni individuo sia trattato con rispetto e uguaglianza, indipendentemente dal colore della sua pelle.

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